Il duro attacco del presule della diocesi in cui si è svolto il Festival, dopo le ripetute segnalazioni dei fedeli, verso le gravi mancanze di rispetto.
Non è infatti di certo passata inosservata la crescete derisione e il disprezzo che il Festival di Sanremo ha manifestato quest’anno nei confronti delle fede cristiana. Purtroppo, al di là del gesto di Amadeus che ha baciato la croce prima della conduzione, le gravi e ripetute offese e blasfemie verso il cristianesimo e i tanti cattolici italiani che hanno visto il Festival hanno fatto segnare una pietosa pagina della televisione italiana e della cultura nel nostro Paese.
In questo contesto, il gesto di Amadeus più che atteggiamento sincero è sembrato molto più un modo di auto-assolversi di fronte alle inaccettabili e volgari caricature anti-cristiane contro Dio, la Madonna, Gesù e la fede e la morale cristiana in genere. Se ne sono viste infatti di tutti i colori, da Fiorello che indossa una corona di spine nera a testi di una totale irriverenza verso tutto ciò che i cristiani hanno di più caro nel loro cuore.
Alcuni presuli sono persino accorsi a giustificare i testi di Achille Lauro come se stesse in qualche modo cercando una fede che, francamente, sul palco dell’Ariston è parsa la grande sconosciuta. Per il resto, dalla totalità degli altri vescovi e religiosi si è sentito un silenzio assoluto su quanto visto sopra quello che un tempo era un palco che riuniva il bello della musica e della cultura italiana, mantenendo un doveroso rispetto verso ogni sensibilità.
Fortunatamente, ci sono anche vescovi che hanno alzato la voce, di fronte a tanto malcontento espresso dai fedeli tanto in rete quanto nelle parrocchie stesse, in un momento in cui si è certamente impegnati a pensare a ben altro che al Festival, con una terribile pandemia in corso e una crisi economica fortissima che sta per arrivare.
A farlo è stato il religioso più vicino alla manifestazione in sé, vale a dire il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo. Mons. Antonio Suetta, che ha duramente tuonato contro il Festival, mettendo in luce in un comunicato stampa tutta le mancanze di rispetto che si sono viste nei confronti della fede cristiana esibite in forme volgari e offensive.
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“A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto”, scrive monsignor Suetta in un comunicato stampa.
Ha continuato Suetta: “Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede “dei piccoli”, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima”.
“Un motto originariamente pagano, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che “quos Deus perdere vult, dementat prius””, ha quindi concluso il religioso. “Quanto al premio “Città di Sanremo”, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente “non in mio nome””.
Al vescovo Suetta si è poi aggiunto anche Monsignor Giovanni D’Ercole, che ha scritto sul suo profilo facebook: “Ciò che il vescovo di San Remo scrive lo condivido in risposta anche a chi, tra gli amici che mi seguono sui social, mi hanno chiesto di fare un commento sul festival. Penso che non serva tanto parlare quanto piuttosto riflettere. Quello che sento nel cuore è cercare di capire e soprattutto pregare. Solo Dio conosce l’animo umano, solo Lui può giudicarlo e toccarlo. E Lui non mancherà di far sentire il suo amore che cambia la vita dell’uomo”.
Giovanni Bernardi
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