È stata una Via Crucis estremamente toccante quella che si è svolta al Colosseo dopo tre anni, anche per la presenza di due donne, Irina ucraina e Albina russa, due amiche, semplici e umili, ma con un grande peso sulle spalle.
Da giorni infatti sono fioccate le polemiche per la loro presenza, a testimonianza del fatto che oggi come non mai il Vangelo scandalizza perché va contro i piani del mondo, quelli della guerra e della distruzione.
Dopo due anni di pausa dovuti al Covid, diecimila persone si sono riunite in piazza insieme al Papa per pregare durante la suggestiva celebrazione del Venerdì Santo al Colosseo. Quattordici stazioni in cui le famiglie hanno portato le loro croci quotidiane, ma in cui più di tutto ha risuonato il dolore per il dramma insensato e folle della guerra, che oggi sta devastando l’Ucraina e tanti altri Paesi nel mondo.
La toccante Via Crucis e lo “scandalo” di Irina e Albina
Dagli altoparlanti risuona forte come non mai la supplica del Papa che chiede a Dio di disarmare coloro che in queste ore e settimane stanno uccidendo i propri fratelli. Ma più di ogni altro rimbomba il silenzio davanti alla morte di Cristo, e alle polemiche che sono scaturite davanti alle scelte del Papa, rimasto per tutta la serata a capo chino e mani giunte.
La Via Crucis era centrata sulla famiglia, e nelle quattordici stazioni, cinque all’interno del Colosseo e nove all’esterno, insieme al coro della cappella sistina, si sono alternati, sotto la croce: una coppia di giovani sposi, una famiglia in missione, due sposi anziani senza figli, una famiglia numerosa, una con un figlio disabile, una che gestisce una casa famiglia, una con un genitore malato, e poi una coppia di nonni, un nucleo familiare adottivo, una vedova con figli, una famiglia con un figlio consacrato, una che ha perso una figlia, una famiglia di migranti.
E infine, la famiglia ucraina e la russa. È stata infatti questa, la tredicesima, la stazione che ha fatto più rumore, in cui sotto la croce c’erano Irina e Albina, due donne, una russa e una ucraina, due amiche che vivono in Italia ma che hanno voluto rispondere all’invito del Papa per testimoniare la pace, l’amore e l’unione che vanno oltre il dolore e la divisione della guerra, nel tentativo e la speranza di riconciliare. Proprio come allora, sono le donne ad annunciare la Parola di amore incondizionato di Cristo, davanti al mondo che non poteva crederlo, che anzi lo ha rifiutato fino a portarlo sulla croce.
Le polemiche degli ucraini e il testo modificato
Eppure dopo le polemiche scaturite nei giorni scorsi, anche il testo della meditazione è stato modificato. L’originale è stato infatti giudicato dall’ambasciatore ucraino e dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ambiguo e problematico. Ma le parole originali erano parole di amore e di riconciliazione sotto la croce di Cristo. Come si può pensare che la fraternità degli uomini in nome del Signore siano ambigue?
Modificato il testo della XIII stazione: “Di fronte alla morte il silenzio è più eloquente delle parole. Sostiamo pertanto in un silenzio orante e ciascuno nel cuore preghi per la pace nel mondo”, sono le parole che ha introdotto la Santa sede dopo le polemiche. “Padre misericordioso… porta gli avversari a stringersi la mano, perché gustino il perdono reciproco… Disarma la mano alzata del fratello contro il fratello, perché dove c’è l’odio fiorisca la concordia”, è la preghiera elevata al cielo. “Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.
“Un un cambiamento previsto, che limita il testo al minimo per affidarsi al silenzio e alla preghiera”, come ha chiarito il portavoce vaticano Matteo Bruni. Il testo originale recitava invece: “Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?”.
Due donne “Scandalosamente insieme” per la pace in terra
Davanti a loro c’erano circa diecimila persone. Come negli altri anni, Bergoglio ha preceduto la Via Crucis dalla terrazza del colle Palatino, davanti al Colosseo. Un evento che è ripreso dopo due anni di interruzione dovuti alla pandemia.
Padre Spadaro ha descritto la loro presenza come quella di due donne “Scandalosamente insieme”, nel portare la roce in corrispondenza della tredicesima stazione nella via Crucis, quella in cui si fa memoria della morte di Cristo. Non c’è scandalo infatti più grande del Vangelo, per chi non vi crede, e oggi per un mondo in guerra che ha dimenticato l’amore Gesù scandalizza, proprio come duemila anni fa. Oggi più che mai ritorna la potenza della Pasqua, della Passione di Cristo, di quel Vangelo che accompagna ogni giorno la vita dei cristiani.
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“Avvertiamo una grande responsabilità ad essere qui, ma non c’è alternativa al perdono l’unico elemento sul quale si può costruire la pace”, hanno detto le due donne parlando al Tg1. “In questo momento molto difficile e vergognoso per l’umanità, io voglio dire che io sono russa e io amo l’Ucraina”, ha dichiarato Albina in un video del Campus Bio-medico di Roma, dove studia, e dove Irina lavora come infermiera.
La preghiera conclusiva di Francesco
Alcune televisioni ucraine per protesta non hanno trasmesso la celebrazione del Papa. Bergoglio ha deciso di non fare più il discorso che aveva previsto, ma di lasciare spazio al silenzio, lo stesso che oggi si osserva in tutti i cristiani per il Sabato Santo, facendo memoria delle parole del Vangelo in cui, dopo la morte di Gesù, si fece buio su tutta la terra.
“Tieni accesa nelle nostre famiglie la lampada del Vangelo, che rischiara gioie e dolori, fatiche e speranze: ogni casa rifletta il volto della Chiesa, la cui legge suprema è l’amore”, è stata la preghiera del Papa. “Per l’effusione del tuo Spirito, aiutaci a spogliarci dell’uomo vecchio, corrotto dalle passioni ingannatrici, e rivestici dell’uomo nuovo, creato secondo la giustizia e la santità”.
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Ha concluso Francesco: “Tienici per mano, come un Padre perché non ci allontaniamo da Te; converti al tuo cuore i nostri cuori ribelli, perché impariamo a seguire progetti di pace; porta gli avversari a stringersi la mano, perché gustino il perdono reciproco; disarma la mano alzata del fratello contro il fratello, perché dove c’è l’odio fiorisca la concordia. Fa’ che non ci comportiamo da nemici della croce di Cristo, per partecipare alla gloria della sua risurrezione”.