È uno dei momenti liturgici più forti dei venerdì di Quaresima, quello che ci permette a pieno di riscoprire la sofferenza ed il dolore che Gesù ha vissuto per amore, per ciascuno di noi.

La Via Crucis è una pia pratica che, nel periodo quaresimale, viene ripetuta e contemplata in attesa del Venerdì Santo, quando il mistero della passione e morte di Gesù Cristo, viene (in alcuni casi) anche attualizzato e portato ai giorni nostri. Durante la Via Crucis si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Gesù Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota.
Prima di addentrarci nell’attualità, è bene dire che alcuni fanno risalire la storia di questa devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, ai luoghi della Passione proprio a Gerusalemme. Secondo la maggior parte degli storici, invece, si riconosce l’inizio della pia pratica e devozione a San Francesco d’Assisi o, comunque, alla tradizione francescana.
Originariamente, praticare la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente nei luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che questo tipo di pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione della Via Crucis è stata posta all’interno delle singole chiese e, questo, rappresentò un modo di “portare idealmente” a Gerusalemme ciascun credente.
Ma oggi come la si pratica la Via Crucis? Tutti sentono a pieno questo importante quanto particolare momento liturgico oppure no? Facciamo un attimo di chiarezza.
Via Crucis: tre punti fondamentali per coinvolgere i bambini
Quando si parla di Via Crucis, si tende a pensare a una pratica adatta solo agli adulti, ma non è affatto così. È bene che vengano coinvolti tutti, dai più piccoli ai più grandi. Ed è proprio dai bambini che bisogna partire: sin da piccoli è necessario far capire loro che ci sono dei particolari momenti di preghiera che è bello vivere tutti assieme.
I più piccoli, però, hanno bisogno di qualcuno che li accompagni durante questi momenti e, di certo, non possono essere solo i catechisti o gli educatori dei gruppi, ma primo punto, tutto deve partire proprio dalle famiglie: mamme e papà non devono “parcheggiare” i loro bimbi in chiesa e andare via, ma accompagnarli in questi momenti fondamentali per la loro crescita spirituale.
Durante la Via Crucis sarebbe bello proprio vedere i bambini che, insieme ai loro genitori (primi educatori alla fede cristiana) vivano questo momento. Dall’altro lato c’è, però, una domanda fondamentale: come coinvolgere i bambini e i ragazzi e far portare avanti loro anche questa pia pratica?
I bambini e la Via Crucis: i ministranti che portano la croce
Non solo attraverso il semplice ascolto delle meditazioni o del brano del Vangelo inerente alle singole stazioni, ma ecco il secondo punto, anche rendendoli protagonisti attivi della vicenda.

Non è facile avvicinare un bambino frequentante il Catechismo o un ragazzo alla Via Crucis perché, spesso, la vedono come un “qualcosa di noioso” o adatto solo agli adulti. Ma così non è. Basti pensare che, anche attraverso l’inventiva delle catechiste, dei parroci o degli stessi educatori di gruppo, tutti ma proprio tutti, possono diventare partecipi e vivere al meglio il venerdì di Quaresima.
Partiamo dagli esempi più pratici: se i ragazzi o i bambini fanno parte del gruppo ministranti, coinvolgerli nel portare la croce e le candele (a turnazione) nelle singole stazioni della via della Croce e, dall’altro lato, anche facendo loro leggere proprio le meditazioni o le stazioni. Si sentiranno coinvolti nell’ascoltare, nel guardare da vicino e nell’essere pronti, quasi, ad aiutare Gesù nel portare la croce in questa lunga salita.
I ragazzi e la Via Crucis: in abiti d’epoca per vivere la passione di Gesù
C’è anche chi, e arriva il terzo punto, per aiutare i giovani a comprendere il grande momento della Via Crucis, li coinvolge a pieno facendoli immedesimare, anche attraverso il “vestirsi come si faceva all’epoca”: chi da centurione romano, chi dalle pie donne, chi dal Cireneo e, anche, personificare lo stesso Gesù. Un po’ come si fa nel periodo natalizio per la rappresentazione del Natale.

In quest’ultimo esempio, i bambini e i ragazzi sono insieme a Gesù stesso e vivono con lui, in modo leggero sì, ma sempre liturgico e cristiano, questa salita al Calvario comprendendone a pieno il mistero quanto l’importanza del perché Gesù si è donato per ciascuno di noi.
La Via Crucis, in conclusione, non è un momento triste o destinato solo agli adulti, come di solito si pensa: è Gesù che chiede a ciascuno, anche ai bambini e ai ragazzi, di accompagnarlo in questa sua fatica e in questa sofferenza, quasi spiegandoci anche il motivo del perché lo sta facendo. Possiamo rifiutare un invito del genere?