La candidatura a Patrimonio Unesco per la Via Francigena ha già ricevuto il benestare dal ministero dei Beni Culturali.
Le regioni italiane interessate hanno da tempo firmato un protocollo d’impresa per candidare l’itinerario. Sono sette le regioni coinvolte nella valorizzazione dell’antico percorso turistico e spirituale che dall’antichità collega Inghilterra, Francia, Italia e Svizzera. Già dal 2017, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta e Toscana si sono dimostrate determinate a far riconoscere a livello mondiale il percorso, attraverso la firma di un protocollo d’intesa per la candidatura a Patrimonio Unesco.
Per una qualsiasi ricerca di tipo storico, la prima attestazione di un documento rappresenta un momento cruciale. La ricerca che ci aiuta a conoscere la storia della Via Francigena ci riporta alla sua prima attestazione, avvenuta nell’876. La Via Francigena fu nominata per la prima volta in un documento ufficiale recante la medesima data. Il documento era conservato nell’Abbazia di San Salvatore del Monte Amiata e i monaci del monastero ne furono i redattori.
Storicamente, la Via Francigena era il Sacro Itinerario che collegava il Nord Europa a Roma. L’eterna città era una tappa fondamentale nei pellegrinaggi dei fedeli, infatti, soprattutto nel Medioevo, la tomba dell’Apostolo Pietro era, insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela, tra le più ambite mete di pellegrinaggio, le cosiddette peregrinationes maiores. Per di più a Roma, capitale della cristianità, i pellegrini confluivano per venerare le reliquie di Cristo e dei primi martiri cristiani.
La strada, considerata Sacra, era al tempo percorsa dai pellegrini che dal nord Europa, dunque dall’Inghilterra (molti vescovi partivano da Canterbury) e dalla Francia, si recavano a Roma di passaggio (per poi proseguire verso la Terra Santa) oppure come meta definitiva. Ancora oggi, quello della Francigena, rappresenta uno dei pellegrinaggi più famosi e cari ai fedeli. Il percorso è lungo circa 1800 Km, di cui 850 attraversano l’Italia.
Non solo Percorso prettamente spirituale, la Francigena rappresenta storicamente una millenaria via utile ai commercianti per essere in contatto con il mondo. Un’importante attestazione riguardante tale percorso risale al 990, precisamente nel diario di viaggio di Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Sigerico si recò a Roma per ricevere il pallio dal Papa e, durante il cammino di ritorno, annotò le tappe del suo viaggio. Il diario dell’arcivescovo è oggi conservato nella British Library di Londra. Essa rappresenta una delle più importanti attestazioni scritte della Via di pellegrinaggio che collega quattro paesi europei.
Ad oggi, la plurisecolare Via, è al centro di un importante interesse da parte dei paesi europei da essa attraversati. In particolare, le regioni italiane coinvolte hanno già da tempo raggiunto un accordo di massima per valorizzare l’antico percorso. Il vicepresidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, Francesco Ferrari, a proposito della candidatura, conferma che «Il riconoscimento della via Francigena come Patrimonio Unesco sarà la definitiva consacrazione di un percorso antico e importante. […] È un’avventura che noi sindaci del Lodigiano [Francesco Ferrari è sindaco di Orio Litta] abbiamo portato avanti con forza sin da quando non c’erano le infrastrutture lungo la Via».
Fabio Amicosante
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