L’ultimo singolo di Gianna Nannini “L’aria sta finendo” sta facendo molto discutere per messaggi inaccettabili e altamente offensivi contenuti nel videoclip.
“Immagini contenenti messaggi ingiuriosi e ‘inaccettabili’ che con la logica del mancato controllo della Rete sono facilmente trasformabili in messaggi di incitamento all’odio sociale”, le ha definite Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione.
Il filmato ha fatto arrabbiare molti, non tanto per il testo ma per le immagini che vengono trasmesse, che molti hanno giudicato fortemente offensive. Nel video della canzone della Nannini, infatti, oltre a vedersi poliziotti e uomini in divisa raffigurati come maiali. A un certo punto compaiono tutta una filata di pasticche con sopra raffigurati i simboli delle varie religioni.
Poi il personaggio del video ne prende una con il segno della croce e la introduce nella bocca di una bambina, come se si trattasse dell’Eucarestia. Un paragone quindi altamente ingiurioso che vorrebbe paragonare la fede a una sorta di farmaco o ancora peggio a una droga. Siamo insomma al limite della blasfemia, oltre che all’incitamento della violenza.
“L’ingiuria si rivolge a tutte le religioni e con curiosa insistenza verso il cattolicesimo che invece ha fatto della carità e del soccorso ai più poveri un suo preciso impegno di cui il mondo delle canzonette forse non si è accorto”, dice Baggio.
Il presidente ha così parlato di “stereotipi sulle religioni che dimostrano la paurosa ignoranza e la grande faziosità. Eppure tanti giovani continuano a essere intossicati da droghe che i vari ‘giullari’ non hanno mai davvero condannato”.
L’associazione ha spiegato di ricevere segnalazioni quotidiane relativamente a questo videoclip, spiegando di sentirsi gravemente offese e segnate nella propria libertà e nella propria dignità. L’arte infatti non è di certo uno “stato dipendente”, ma al contrario deve attenersi, come tutti, al rispetto del prossimo e soprattutto della libertà religiosa dei cittadini, senza scadere in offese fuorvianti, volgari e blasfeme.
“L’offesa, non sanzionata, al sentimento religioso e al valore delle forze dell’ordine solleva parecchi, e inquietanti, interrogativi sulle garanzie e i diritti fondamentali dei cittadini-utenti e ancor di più sul livello etico e culturale di un’intera comunità”, continua il presidente dell’associazione.
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Ad essere molto preoccupante, infatti, oltre al messaggio in sé è anche l’assenza totale di controllo e di sanzione da parte degli Organi competenti. L’idea che questi non valutino dannoso tale contenuto è a dir poco inquietante.
Il video vorrebbe infatti essere un messaggio di denuncia contro le violenze della società, contro le ingiustizie, l’alienazione provocata dai nuovi media e gli abusi di potere, ma ciò che lascia trasparire è l’esatto opposto. Dove purtroppo, come spesso accade, i primi ad essere attaccati sono i credenti, proprio nella loro fede, ovvero ciò che di più caro hanno al mondo. E questo non è assolutamente accettabile.
Giovanni Bernardi
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