Da tempo ormai viviamo in una sorta di colonizzazione costante da parte di coloro che sostengono la teoria del gender, al punto che numerosi personaggi noti stanno vivendo situazioni pubbliche di enorme difficoltà solo per avere affermato l’esistenza della parola “donna”.
Sembra assurdo, ma l’esasperazione dell’ideologia sedicente femminista sta cancellando in maniera totale la realtà e l’esistenza stessa della donna. Nel nome della sua “inclusione”, e non si sa bene a cosa.
Chiunque provi a rivendicare l’esistenza di una specificità femminile oggi viene infatti messo tremendamente alla gogna al punto da non avere più diritto di parola in pubblico. Si tratta di quanto avviene come conseguenza del pensiero pro-gender, del politicamente corretto del “neofemminismo” e della “cancel culture”.
Il paradosso del femminismo che uccide la donna
Il paradosso insomma di un presunto femminismo che va contro la femmina stessa tentando di cancellarla dalla faccia della terra, in nome di una neo-lingua fatta di asterischi, rovesciamento dei generi, schwa e “persone con il mestruo”.
Una vera e propria caccia alle streghe che vede come vittime illustri pensatori e intellettuali sia italiani che internazionali. Lo storico Alessandro Barbero da mesi è ormai attaccato non solo per avere attaccato il green pass ma anche per avere parlato di “differenze strutturali” tra uomo e donna. Non c’è solo una censura sulle opinioni a pesare sul dibattito pubblico, sono le stesse parole ad essere bandite.
O meglio, è la parola donna ad essere ormai vietata, in quanto discriminatoria verso le “persone che si sentono donne” nonostante abbiano un sesso diverso, cioè siano uomini. Il caso dell’autrice di Harry Potter Joanne K. Rowling è assolutamente emblematico, in quanto da mesi attaccata dal mondo trans solo perché si è indignata su Twitter di fronte a una rivista che parlava di “persone che hanno le mestruazioni”.
La Rowling è violentemente attaccata per avere detto la verità
“C’è una parola per dirlo, e questa parola è donna”, ha scritto la Rowling. Una frase che le è costata e le costa ancora attacchi che le impediscono ormai di vivere in serenità, con manifestanti e sconosciuti che le si infilano fin dentro casa e il suo nome cancellato dai titoli di coda dalla trasposizione cinematografica della sua stessa opera letteraria.
Lo stesso sta accadendo con la scrittrice Margaret Atwood, autrice del best seller Il racconto dell’ancella, che ha osato twittare un articolo di giornale in cui ci si chiedeva: “Perché non possiamo più dire “donna”?”. Nell’articolo l’autrice spiegava che il termine donna ormai rischia di diventare una parolaccia, e rischia di essere cancellato dal vocabolario e dalle conversazioni. Criticando così la triste deriva del mondo contemporaneo e l’attivismo trans impazzito.
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Ci sono di fatto associazioni e università che hanno messo al bando la parola donna sostituendola con persona. La British Medical Association che ha raccomandato al personale di utilizzare il termine “persone incinte” invece di “donne incinte”, e lo stesso ospedale britannico ha invitato a utilizzare “persone che partoriscono”.
Il caso della cantante Adele e quelle lacrime che destano sospetti
L’ultima finita nel tritacarne delle accuse di transfobia è la cantante Adele, per il discorso pronunciato dalla cantante ai Brit Awards 2022 durante la premiazione per migliore artista dell’anno, l Gender Neutral Artist of the Year, una categoria diventata senza genere.
Adele ha detto: “Capisco perché il nome di questo premio sia stato cambiato, ma amo essere una donna e un’artista donna”. Per queste parole Adele è stata attaccata così pesantemente che alcuni giorni dopo ha postato sui suoi social un video in lacrime in cui annuncia lo slittamento a data da destinarsi dei 24 concerti che avrebbe dovuto tenere al Caesar’s Palace di Las Vegas.
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Ufficialmente, la colpa di alcuni “ritardi di consegna e dal Covid”, ma sono molti a paventare dei dubbi su questi imprevisti. Insomma, di tutto questo sarebbe necessario parlarne in maniera molto approfondita, eppure tutti sembrano tacere. Non esiste alcun dibattito in Italia a riguardo, eppure viviamo in un mondo assolutamente preoccupante in cui giorno dopo giorno verità e libertà sono messi a tacere.