La veggente di Medjugorje Marija Pavlovic ha dovuto disertare un incontro programmato a Cittadella, dove era attesa da oltre 600 persone. Infatti si è intrattenuta solo pochi minuti con i fedeli accorsi per incontrarla per spiegare le motivazioni che l’hanno spinta a declinare l’invito degli organizzatori , queste le sue parole: «La mia presenza a Cittadella ha scatenato l’inferno» ha affermato Marija«La Curia di Padova ha diffidato gli organizzatori a farmi pregare con voi. Ho deciso comunque di incontrarvi. Non sono una visionaria, sono una persona tranquilla. Non voglio disobbedire alla Chiesa, ma penso che la preghiera non faccia mai male. Il mio viaggio continua, torno a Medjugorje. Non posso pregare con voi, non posso portare la mia testimonianza, ma nessuno potrà impedirmi di pregare nel mio cuore».
Le parole della veggente sono arrivate dritte al cuore sollevando malumore e disappunto tra i devoti della Madonna accorsi in massa in Villa Rina per vivere un momento di preghiera e di condivisione. Molti si sono lamentati ed hanno iniziato a mugugnare, «È una vergogna», il commento generale, «Perché gli islamici hanno diritto di pregare a Cittadella, mentre i cristiani no?». naturalmente la curia vescovile ha reso noti i motivi del divieto in una lettera aperta: «La congregazione per la Dottrina della Fede segnala che, in attesa di ulteriori disposizioni da parte della Santa Sede, le comunità cristiane – vescovi, sacerdoti e fedeli – sono tenuti ad attenersi a quanto già stabilito dai vescovi della ex Jugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10 aprile del 1991: “Sulla base delle ricerche finora compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali”. Non è perciò consentito al clero e ai fedeli di nessuna Diocesi di partecipare a incontri, conferenze o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità».
Molti dei presenti sono rimasti delusi, perchè poter incontrare una veggente senza recarsi a Medjugorje è un’occasione irripetibile. Hanno sfidato la calura e le tante ore di attesa pur di pregare insieme a Marija e poterla avvicinare , anche molte autorità locali erano presenti all’evento e tra queste c’era anche Bertilla Munaretto, accompagnata dalla figlia Luisana Malfatti, vicesindaco di Grantorto: «Il mio primo viaggio a Medjugorje è datato 1984», racconta la mamma, «I medici mi avevano diagnosticato un meningioma alla testa. Dovevo essere operata. Lì ho incontrato padre Slavko Barbaric: mi ha benedetto la parte malata e al ritorno il male si era come bloccato. Un fatto inspiegabile, a detta dei medici. A settembre ci tornerò per la sesta volta».
«Il viaggio a Medjugorje mi ha cambiato la vita», dice Mariano Scalco, «La fede fa affrontare la vita con uno spirito diverso». Della stessa opinione sono Maria Rosa Loreggian e Beatrice Parolin. Carmela Zardo dice di essere stata a Medjugorje per curiosità e di essere rimasta molto colpita. L’assessore Chiara Lago si chiede «perché in certi territori la Chiesa collabori all’organizzazione di questi momenti di preghiera, mentre a Cittadella vengano ostacolati».
Comunque lodiamo il comportamento obbediente e rispettoso della veggente Marija , che si è attenuta alle disposizione impartite dal vescovo locale e allo stesso tempo non ha fatto mancare il suo affetto e il suo saluto ai tanti fedeli accorsi per incontrarla.