La struttura “Villa Serena”, in via della Pisana a Roma, diventerà una casa di accoglienza per migranti arrivati in Italia con i corridoi umanitari.
Il Papa ha voluto mettere a disposizione l’edificio, attualmente di proprietà di un ordine femminile, per l’accoglienza dei profughi dei campi in Libano, dal Corno d’Africa e a Lesbo grazie ai corridoi umanitari.
L’appello di Francesco contenuto nell’Enciclica “Fratelli tutti”
Francesco anche nell’ultima Enciclica “Fratelli tutti” ha chiesto più volta di dare accoglienza ai migranti che si trovano in fuga dalle varie situazioni di difficoltà. Guerre, persecuzioni, catastrofi naturali. L’iniziativa nasce proprio per dare risposta alla richiesta del Pontefice.
Così tramite l’Elemosineria Apostolica, che ne avrà il comodato d’uso gratuito, le Suore Serve della Divina Provvidenza di Catania hanno offerto il loro edificio, in cui troveranno un tetto sessanta rifugiati, cercando di privilegiare donne sole, con minori, o famiglie in stato di vulnerabilità.
L’accoglienza dei rifugiati avverrà nella struttura gestita dalle suore
Gli uomini e le donne verranno così accolti in questa struttura solamente nei primi mesi dopo essere arrivati in Italia. Dopodiché l’obiettivo sarà quello di accompagnarli singolarmente in percorsi di inserimento sociale, che comprendano quindi la ricerca di un lavoro e di una abitazione.
Ad occuparsene sarà la Comunità di Sant’Egidio, la stessa organizzazione che ha aperto i corridoi umanitari nel 2016 insieme alla federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, alla Tavola Valdese e infine alla Cei, e in collaborazione con il Viminale e la Farnesina. Ricalcando un modello già utilizzato dall’organizzazione romana per alcuni senza tetto della Capitale.
Il progetto dei corridoi umanitari per i rifugiati in fuga verso l’Italia
A lungo Sant’Egidio ha sponsorizzato i corridoi umanitari, inizialmente aperti in maniera principale per i rifugiati siriani, che poi ha portato alla concessione di permessi di soggiorno nazionali per motivi umanitari a livello europeo.
Si parla di 2600 in totale dall’inizio di questo progetto. Nell’accogliere questi rifugiati una volta il cardinale Konrad Krajewski, l’Elemosiniere del Papa impegnato nella capitale e intorno a piazza San Pietro nella carità verso i bisognosi e i senza tetto, aveva invitato la Chiesa ad aprire le proprie abitazioni.
“Cominciamo dai cardinali, dai vescovi, dai presbiteri: apriamo le nostre case, le nostre canoniche, i nostri palazzi”, aveva detto Don Corrado, come lo conoscono gli amici. “C’è lo spazio, ci sono le risorse. Se ogni monastero, casa religiosa, parrocchia si aprisse almeno per una persona, almeno per una famiglia, a Lesbo non troveremo nessuno”.
Giovanni Bernardi