Il semplice desiderio di voler continuare ad accudire il figlio.
Questo lunedì l’ospedale di Reims ha dato inizio alla procedura che avrebbe portato alla morte di Vincent Lambert. La decisione dell’ospedale seguiva la sentenza del Consiglio di Stato del 30 aprile, nella quale veniva definita “Ostinazione inutile” continuare l’idratazione e il nutrimento dell’uomo. La sera stessa è giunta una decisione della Corte d’Appello di Parigi, con la quale si chiedeva la ripresa delle terapie. A convincere i magistrati francesi è stata la richiesta del comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
La notizia è stata comunicata ai centinaia di manifestanti assiepati all’esterno dell’ospedale francese, generando un’ovazione. I genitori di Vincent Lambert ed i loro legali hanno sottolineato la decisione come una vittoria per i diritti dei disabili. Ma non tutti sono concordi con questa visione. A dividere l’opinione pubblica c’è il fatto che la moglie, alcuni fratelli e il nipote di Vincent hanno accettato la decisione dei medici, mentre i genitori si sono voluti opporre. Tanto è bastato per far etichettare dalla stampa francese i due coniugi come “integralisti cattolici”. Ad esempio il quotidiano “Le Monde” li ha definiti: “vicini ai cattolici integralisti della Fraternità Sacerdotale di San Pio X”.
Bisogna premettere che in una situazione medica, giuridica e personale come questa il giudizio esterno di qualsiasi tipo è fuori luogo. La definizione “Integralisti”, sia essa associata ai soli genitori (come fatto da alcune testate italiane) o agli ambienti cattolici frequentati da essi, offre una connotazione negativa. Alcuni quotidiani gli hanno preferito il termine “Ferventi”, il quale ha un accezione meno dispregiativa ma lega la loro decisione ad una visione inquadrata della vita.
L’atto di amore dei coniugi Lambert verso il loro figlio è però legato a fatti che esulano alla loro convinzione religiosa. In primo luogo ci sono perizie mediche che dimostrano che non si tratta di “accanimento terapeutico”. Esiste una petizione firmata da 100 giuristi in cui si ritiene lo stesso. C’è una richiesta del comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei disabili che mette in dubbio l’ostinazione inutile ravvisata nelle sentenze precedenti. Infine c’è la decisione della Corte d’Appello di Parigi. A queste prove si aggiunge anche quel video girato da Vivienne, in cui si vede Vincent reagire alla notizia della prossima morte. Insomma i coniugi Lambert saranno anche cattolici, ma la loro decisione di lottare per la vita del figlio è un atto d’amore nei suoi confronti che va oltre la religione.
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Luca Scapatello
Fonte: Il Tempo
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