Quando si parla di violenza sulle donne,si dovrebbero spiegare anche tutte le condizioni che favoriscono l’evento tragico. Non basta infatti (e lo sappiamo bene dalle vittime che possono ancora raccontarlo) che una donna perseguitata da qualcuno che vuole farle del male lo denunci, perché le autorità competenti possano intervenire.
E’ necessario che questi venga colto sul fatto e si verifichino delle precise condizioni, perché possa essere ritenuto pericoloso agli occhi della legge.
Siamo tutti d’accordo sul danno che può provocare questo modo di agire, ma pare che non basti. Non basta nemmeno il conteggio delle tante donne che, disperatamente, cercavano di fare in modo che le loro denunce fossero ascoltate dalle autorità competenti e, intanto, sono morte, uccise, trucidate.
Violenza sulle donne: il caso di Marianna Manduca
E’ questo il caso di Marianna Manduca che aveva denunciato il marito ben 12 volte, ma nessuno fece in modo di proteggerla.
I fatti avvennero a Palagonia (Catania), nel 2007. Lei e Saverio Nolfo (che ora è in carcere, condannato a 20 anni di detenzione) erano sposati ed avevano tre bambini.
Lui la accoltellò per strada!
Poi, i Magistrati coinvolti nel caso vennero denunciati e condannati, a loro volta, per dolo e colpa grave, per non aver agito tempestivamente.
I tre bambini sono sotto le cure di Paola Giulianelli, la cugina della vittima, dal 2007. La loro storia è stata rappresentata anche in un film Tv della Rai; un film di Andrea Porporati con Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada, ma nessuno potrà mai restituire la mamma a quei ragazzi.
Ricordiamo che, dal 2000 ad oggi, gli orfani dei femminicidi sono più di 1.600, ma nessuno ne parla mai, perché nessuno ha un’idea chiara di come fare in modo che qualcuno di occupi di loro.
Antonella Sanicanti
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