Continua “imperterrita” la “grande ritirata” del coronavirus, ogni giorno, secondo il virologo italiano della Emory University di Atlanta Guido Silvestri.
Ci sono quindi segnali incoraggianti e positivi che arrivano dai dati relativi al coronavirus. Silvestri, come ogni giorno da settimane a questa parte, fa il punto della situazione sulla sua pagina facebook. “Siamo al 49esimo giorno consecutivo in cui cala il numero totale dei ricoveri in terapia intensiva per Covid-19 in Italia – da 640 a 595, quindi di altre 45 unità – e siamo ormai al 14,6% del valore di picco”, attesta lo scienziato italiano.
Che spiega: “È importante che scenda anche il numero dei ricoveri ospedalieri totali (da 9.269 a 8.957, quindi di 312 unità) e dei casi attivi (da 60.960 a 59.322). Siamo ormai al giorno 18 dalla riapertura del 4 maggio, e del tanto temuto ritorno del virus non se ne vede neanche l’ombra”.
Silvestri si scaglia con chi negava che con il caldo il virus avrebbe potuto perdere forza e sparire. Il dibattito tra scienziati continua infatti ad essere serrato, le opinioni sono tra di loro anche molto contrastanti, talvolta perfino in antitesi. Molti di loro si sono prodigati con sicurezza in analisi dimostratesi totalmente false. Spesso sono stati gli esponenti di quegli organismi giudicati in assoluto più autorevoli, ma che tali non si sono rivelati neanche lontanamente.
Segno che la pretesa oggettività della scienza non è altro che una lontana chimera. E lo scientismo, il pensiero cioè che pretende di fare corrispondere la scienza piuttosto che a un sapere parziale a una verità assoluta, una totale fallacia dell’epoca moderna.
Da quando infatti il pensiero scientifico si è discostato sempre di più dal legame con Dio, cioè con quel pensiero umanistico che mette al centro lo sguardo verso la complessità e la totalità dell’uomo, questo ha cominciato a vivere di un relativismo quasi totalizzante e di uno sguardo sulla realtà più che parziale. Come denunciato più volte, ad esempio, da Benedetto XVI.
Il coronavirus ha messo in luce tutto ciò. Anche gli stessi esponenti della comunità scientifica non perdono un minuto per rimarcarlo, spesso per rivendicare il proprio pensiero rispetto a quello degli altri scienziati.
L’unico problema è che in questi due mesi abbiamo vissuto in uno stato di emergenza totale, in cui anche la democrazia è stata in qualche modo sospesa. Dove cioè gli scienziati hanno preso all’improvviso il controllo della vita del paese. Determinando scelte – per esempio legate alle attività economiche – che ora cominceremo a pagare pesantemente. Scelte di cui si dovrà certamente, in qualche modo, rendere conto.
“A questo punto comincio ad essere curioso di sapere come spiegano questi dati quelli che il 4 maggio dicevano: ‘E’ presto per la riapertura‘, ‘la stagionalità del virus è una fantasia’, ‘il caldo non aiuterà’, eccetera. Ma sono persone molto intelligenti e preparate, quindi avranno sempre la risposta pronta”, ironizza infatti Silvestri sulla sua pagina Facebook. Dove ogni giorno pubblica le proprie pillole di ottimismo molto seguite e apprezzate.
Nei giorni scorsi il medico di Senigallia scriveva: “va bene essere scettici sull’affermazione (fatta sulla base di osservazioni clinico-laboratoristiche) secondo cui Covid-19 sta diventando piu’ lieve. E va bene discutere sulle interpretazioni del fenomeno: attenuazione del virus (al momento solo sospettata e difficile da provare in tempi brevi), infezioni da carica infettiva minore (stagionalita’? social distancing?), miglior gestione, o altro.
Dico solo, da vecchio medico, che fa un po’ sorridere vedere tanta sicumera da gente che in vita sua non ha mai visto un malato di Covid-19, ne’ ha mai passato una giornata in un laboratorio clinico”.
Mentre in un altro post del docente della Emory University si legge: “Neil Ferguson e’ quello che – mentre regalava al mondo i suoi “worst case scenarios” che hanno indotto i politici a chiusure draconiane la cui effettiva’ utilita’ rimane controversa – faceva una conveniente eccezione per le visite della sua amante“, scriveva parlando dell’epidemiologo britannico consulente del premier Boris Johnson sulle tematiche legate al coronavirus.
Ferguson nei giorni scorsi si è dovuto dimettere dal comitato scientifico del governo britannico, perché proprio mentre esortava il Paese a restare in casa, nei giorni del “lockdown” più severo, il medico usciva più e più volte dalla propria abitazione per incontrare la sua amante.
“Sembra un pettegolezzo da Novella 2000, ma in realtà è più complesso”, continua il post l’italiano Silvestri. “Perché secondo me si tratta di un segnale di profondissima disconnessione tra le teorie che si propongono, e che in questo caso hanno un impatto enorme sulla vita di milioni di persone, e quello che si crede veramente”.
Giovanni Bernardi
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