La storia che vi raccontiamo ha dell’incredibile. Un qualcosa di forte, che ha a che fare con la fede, sulle rive del lago di Bolsena. Un luogo che ha visto nei decenni passati migliaia di fedeli entrare in una piccola grotta a Marta. A raccontarla è l’amico, Roberto Pomi, giornalista viterbese de La Fune e colonna dei Funamboli, il trio radiofonico che anima le trasmissioni Radio Verde.
La grotta di cui stiamo parlando – racconta Roberto dalle colonne de La Fune – è detta “delle apparizioni” e ha a che fare con la devozione mariana. Tutto ha avuto inizio nel maggio del 1948, il 19 maggio per la precisione. Persino il presidente del consiglio Alcide De Gasperi era a conoscenza di queste apparizioni e vennero a testimoniarlo tanti giornalisti. Questo fece del piccolo paesino di Marta un luogo di pellegrinaggio.
Le prime ad avere queste apparizioni furono tre bambine di nome Maria Antonietta, Ivana e Brunilde, le quali andarono in estasi vedendo la Madonna. Esiste un libro, ‘Apparizioni di Marta’, scritto da Mario Prugnoli, che racconta tutti i fatti accaduti.
La prima apparizione Il 19 maggio 1948 le tre bambine, di 9 anni, una volta uscite di scuola alle ore 12 (allora si tornava a scuola anche di pomeriggio), decisero di andare, appena pranzato, a cogliere i fiori in campagna per la processione del Corpus Domini. Le loro mamme, però, dissero loro che avevano sbagliato giorno in quanto la processione ci sarebbe stata giovedì prossimo e non il giovedì della settimana in corso.
Allora le bambine pensarono di portare i fiori in una cantina, così si sarebbero mantenuti al fresco, e posarono il canestro di fiori in fondo.
Improvvisamente le tre bambine videro una luce fortissima con in fondo un quadro raffigurante la Madonna e Gesù Bambino in braccio. Erano le 13,30.
Le bambine uscirono sbalordite e commosse dalla visione e gridarono “Abbiamo visto la Madonna”, e così tutti i vicini accorsero e quando fu sera tutti i paesani andarono a visitare la cantina dell’apparizione.
In tantissimi a Marta attirati dal fenomeno Il giorno dopo ci volle addirittura la forza pubblica per mettere ordine alla folla che aumentava sempre più. Anche molti visitatori ebbero varie visioni: c’era chi vedeva una luce, chi la Madonna, chi San Giuseppe, chi anime dei trapassati e chi, invece, vedeva sia la Madonna che il demonio.
Queste cose succedevano ormai a persone di Marta ma anche a quelle dei paesi limitrofi come Capodimonte, Montefiascone, Valentano, Tuscania, Bagnaia etc. Per mettere maggior ordine, a qualche giorno dalla prima apparizione, i carabinieri decisero di far entrare 15 persone alla volta, e fu messo un telo a mo’ di porta affinché ci fosse il buio nella cantina, ma poco dopo fu tolto perché le apparizioni avvenivano sia all’interno che all’esterno della Grotta, in pieno giorno. L’evento fu talmente clamoroso che ci furono anche visitatori stranieri.
40mila persone a Marta in un giorno Uno dei primi a vedere, in estasi, la Madonna fu Orlando Maurizi, al quale la Madonna disse che all’indomani si sarebbero verificati due miracoli. A questa notizia si costituì una commissione di controllo formata da un frate cappuccino, l’allora parroco di Marta don Liberato Tarquini, le autorità di Marta e quelle della provincia. Venuta l’ora dei miracoli, il 22 maggio 1948, la commissione si riunì attorno al veggente Maurizi, in estasi.
Poco dopo avvenne il miracolo: una bambina che aveva un male incurabile ad un braccio, guarì come d’incanto. Il frate cappuccino, però, non credette inizialmente a tutto ciò, aveva visto un solo miracolo dei due previsti e, salendo su un balcone di una casa posta di fronte alla grotta, iniziò a dire alla folla che non era vero niente e che la Madonna non era apparsa a nessuno.
Ma proprio in quel momento il sole cominciò a roteare diventando di mille colori e fu visto da tutti i presenti che in coro gridarono “Viva Maria”.
Il povero frate rimase sbigottito, e rivoltosi di nuovo alla folla disse “Fratelli, scusatemi se ho sbagliato, aspettiamo quello che Dio vorrà e se son rose fioriranno”. Dai giornali si apprese che quel giorno a Marta assistettero ai due miracoli circa 40.000 persone, e di queste, mentre il sole roteava, qualcuno vide la Madonna volare in cielo.
Un luogo non riconosciuto dalla Chiesa e la veggenza di Medjugorje Da quel momento la Madonna non finì più di elargire grazie di ogni specie. Ci furono anche nuovi veggenti. Ma, benché si verificassero miracoli così tangibili, non mancarono le malelingue, quelle che non ammettevano la veridicità degli avvenimenti. Il clero disse addirittura che si trattava di fatti diabolici. Però i credenti hanno continuato a pregare nella grotta, che era sempre piena di gente anche durante il mese di giugno nonostante la mietitura fosse già cominciata.
Sempre qua, tempo dopo, nel settembre 1962, il 65enne Concetto Moretti, che non ha ricevuto alcuna istruzione e che addirittura era analfabeta, una volta con una candela accesa fece cadere a terra delle gocce di cera e disegnò una bella chiesa dicendo che sarebbe poi stata costruita in futuro, in un luogo dove la Madonna sarebbe apparsa e avrebbe concesso tante grazie e conversioni, ed è infatti sorta a Medjugorje, identica al disegno di Moretti.
La grotta è sempre aperta, giorno e notte, con libero accesso per tutti. Ogni giorno, alle ore 15, vi vengono eseguite le caratteristiche preghiere mariane e il Rosario.
Tuttavia la grotta, almeno per il momento, non è considerata ufficialmente dalla Chiesa come luogo di culto per il fatto che non ha mai riconosciuto queste apparizioni, nonostante i tanti miracoli avvenuti, le varie apparizioni della Madonna e le tante persone che ogni giorno ci vanno a pregare.
La Grotta è posizionata all’incrocio tra via Verentana e via Capodimonte, sottostante alla torre dell’orologio.