Il Vangelo secondo Giovanni ci offre interessanti dati per ricostruire l’effettiva durata della vita pubblica, dunque della predicazione, di Gesù.
Una delle trattazioni più interessanti circa la vita di Gesù è, senza dubbio, quella pubblicata negli anni Quaranta del secolo scorso, dal noto biblista romano Giuseppe Ricciotti (1890 – 1964). È proprio da un suo studio che vogliamo ripercorrere quella che fu la vita pubblica di Gesù. Come sostiene lo storico e biblista, possiamo considerare come “data” di inizio della predicazione di Gesù, il momento del suo Battesimo, nelle acque del Giordano. Ora, la domanda che ci si pone è: quanto durò effettivamente la predicazione, prima della Passione?
Ricciotti ci aiuta a comprendere come la fonte e guida migliore per questo tipo di ricerca è riconducibile al Vangelo secondo Giovanni. In questo bellissimo testo, l’evangelista menziona, in maniera ben distinta, tre Pasque ebraiche. La prima di queste, al principio della vita pubblica del Cristo (Giovanni 2,13), la seconda nel mezzo della sua predicazione (Giovanni 6,4) e la terza in occasione della sua Passione (Giovanni 11,55; 12,1).
All’interno della stessa autorevole fonte sono menzionate, oltre alle tre Pasque suddette, anche altre festività ebraiche. Il riferimento è alla Scenopegia, ovvero i Tabernacoli, menzionati in “Giovanni 7,2” e le Encenie, in Giovanni “10,22”. Sulla base di questi dati, il biblista ha ricavato alcune conclusioni.
Sulla base delle indicazioni offerteci dall’evangelista Giovanni, si può concludere che la vita pubblica di Gesù, durò “i due anni compresi fra le tre Pasque, e in più quei mesi che trascorsero fra il Battesimo di Gesù e la prima di queste tre Pasque”.
Lo storico, allo stesso tempo, ha sollevato alcuni dubbi, relativi al quinto capitolo del Vangelo secondo Giovanni. In questo capitolo c’è una notizia: “Dopo queste cose era festa dei Giudei, e salì Gesù a Gerusalemme“. Ora, non è ben chiaro quale sia questa festa dei Giudei. Ci sono storici che l’hanno ricondotta alla Pasqua, altri che l’hanno ricondotta alla Pentecoste o ai Tabernacoli.
C’è da menzionare, come ricorda Ricciotti, che già nei tempi antichi, i fatti narrati nel capitolo 5 erano considerati da posporsi a quelli del capitolo successivo. Se così fosse (e ci sono diversi dati a poterlo confermare, come ad esempio riferimenti del capitolo 5 a eventi del capitolo 6), si potrebbe supporre che l’innominata festa potrebbe essere la seconda Pasqua menzionata in 6,4. Ad ogni modo, conclude lo studioso, dal Vangelo di Giovanni non risulta che durante la vita pubblica del Cristo siano state celebrate più di tre Pasque ebraiche.
Fabio Amicosante
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