Nel corso di una seduta di aggiornamento alla Commissione Cultura tenuta da membro del cts Agostino Miozzo, sgarbi ha contestato l’utilità della mascherina.
L’onorevole ha anche chiesto spiegazioni sul perché non si continui a sostenere che il virus sia stato ridotto grazie alle misure applicate dal governo.
Sgarbi contesta Miozzo ed il comitato tecnico scientifico
Nel corso di una riunione della Commissione Cultura alla camera, il membro del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo ha illustrato quali sono le disposizioni che saranno applicate a partire da settembre per garantire la sicurezza nelle scuole. Al termine dell’intervento, l’onorevole Vittorio Sgarbi ha chiesto di poter parlare e si è tolto la mascherina obbligando i presenti a prendersi una pausa nel rispetto delle norme vigenti.
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Nel corso del suo intervento Sgarbi ha contestato l’utilità delle mascherine, chiedendo come mai sono obbligatorie solo dal mese di aprile visto che la pandemia era diffusa in Italia anche nel mese di Marzo: “Quando lei parla dell’indice Rt, dice che è sotto la soglia. Lo è dal 15 marzo. Se il picco era in marzo, perché qui portiamo la mascherina dal 20 aprile?“. Quindi aggiunge ancora: “È un pantomima, una finzione, non serve se non per contrarre il virus, se porti troppo la mascherina e bevi la tua stessa malattia”.
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“Il virus è morto da solo”
Dopo aver contestato l’utilità dell’utilizzo delle mascherine, aggiungendo che anche Angelo Borrelli ha detto che mantenendo le distanze non è necessaria, Sgarbi contesta anche l’utilità delle contromisure applicate durante l’emergenza. A suo avviso, infatti, il lockdown e le regole richieste dal comitato tecnico scientifico non avrebbero avuto alcun impatto.
Ecco le sue parole: “L’altra bugia che ha detto è che la curva del contagio si è piegata grazie alle vostre misure, no! si è piegata da sola. Lo spiegano i matematici: un virus dopo 100 giorni muore. L’ha detto Zangrillo, che evidentemente dev’essere un cretino se nessuno ha dato atto di ciò che ha detto in modo così preciso, stando in terapia intensiva, che oggi non è più la terapia utile e attiva. Allora, di fronte a queste evidenze, mi chiedo se occorrerà finalmente una commissione parlamentare che veda i vostri errori, le valutazioni sbagliate”.
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Luca Scapellato