Nel corso del 1130° anniversario della conversione del popolo slavo orientale al cristianesimo, Vladimir Putin identifica proprio con la religione i valori fondanti del popolo russo.
La scorsa domenica ricorreva il 1130° anniversario della conversione del popolo slavo orientale che abitava l’allora Rus’ di Kiev poi diventato il territorio della nazione Russa. Era il 988 d. C. quando il principe Vladimir decideva che la sua nazione si sarebbe conformata ai dettami della religione cristiana ortodossa e le nuove generazioni avrebbero avuto un’educazione morale basata sui principi del cristianesimo. Si trattò di un evento fondamentale che permise a quelle popolazioni slave di avvicinarsi culturalmente alle popolazioni occidentali: sebbene l’impero Romano fosse caduto, gli imperatori franchi avevano ristabilito il potere temporale della Chiesa costituendo il Sacro Romano Impero, nel frattempo l’impero Romano d’Oriente, ormai diventato impero Bizantino, aveva esteso il suo dominio su tutti i balcani. Si capisce come la scelta di convertire il popolo fosse conveniente anche da un punto di vista commerciale e politico.
Quale che fosse il motivo (o i motivi) che spinse Vladimir alla conversione dell’intero popolo, da quella decisione si formò una matrice identitaria che poi divenne la base per la creazione di un vero e proprio stato moderno sotto la guida degli zar. Una matrice identitaria che la rivoluzione d’ottobre voleva cancellare e sostituire con il culto della comunità. Un progetto che ebbe successo solo durante il periodo di dominazione comunista e che, caduta l’URSS, al giorno d’oggi è stato nuovamente soppiantato da un ritorno alla religione ortodossa come principale fede della popolazione russa.
Vladimir Putin: “Il cristianesimo è la radice dell’identità russa”
Consapevole del valore storico avuto dal cristianesimo in Russia e di quello che tutt’ora possiede per i suoi abitanti, il presidente Russo Vladimir Putin ricorda, nel suo discorso dalla Cattedrale di Mosca dinnanzi al Patriarca Kirill, come sia: “Il punto di partenza per l’istituzione e lo sviluppo della compagine statale russa” nonché la vera: “Nascita spirituale” del popolo russo che ha determinato la formazione dell’identità e dell’autocoscienza degli antenati. Ancora Putin sostiene che proprio la conversione al cristianesimo ha permesso la formazione di una educazione e di una cultura prospere che hanno permesso la creazione di legami con le altre nazioni. In conclusione, il presidente russo identifica nel cristianesimo anche la fonte del protagonismo storico russo, non guidato da una forma di volontà egemonica o dalle vittorie militari (la più famosa di tutte quella contro l’impero napoleonico) ma dalla trasformazione spirituale iniziata proprio con la conversione al cristianesimo che ha “Predeterminato la secolare strada della Russia e ha avuto effetto sul suo intero sviluppo globale”.
Luca Scapatello