I Santi ci hanno lasciato in eredità molti insegnamenti, spunti di riflessione e preghiere. Quella di San Luigi è una preghiera molto forte, anche se meno conosciuta, che ci invita a vivere la vita con umiltà per il Signore. Scopriamola insieme.
Quella che ci ha lasciato San Luigi Guanella, è una preghiera ricca di spiritualità e profondità. Vissuto nel XIX secolo, questo straordinario Santo ha contribuito a portare il messaggio di fede alla comunità cristiana grazie alla fondazione di diverse congregazioni. Il Santo era molto devoto alla Divina Provvidenza e questo aspetto, centrale nella sua vita terrena, lo ha portato a mettere in piedi la Congregazione dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Carità e Provvidenza sono due tematiche che hanno accompagnato San Luigi durante il suo percorso da Sacerdote e, proprio durante questo splendido percorso, ci ha lasciato in eredità la bellissima preghiera che ci invita a vivere la vita per il Signore con estrema umiltà.
La preghiera, in quanto momento di forte condivisione tra l’uomo e Dio, rappresenta uno dei momenti di riflessione più sentiti dalla comunità cristiana. Questo, San Luigi Guanella lo sapeva bene e proprio per questo motivo ci ha voluto lasciare in eredità questa bellissima preghiera. In primo luogo, questa orazione riflette una vera e propria fiducia nel Signore, tanto da chiederci di vivere per lui e di imitarlo nell’umiltà. Allo stesso tempo, il Santo ci invita a vivere l’impegno della carità e dell’obbedienza divina. Ciò che ci guida, sostiene San Luigi Guanella, è la fede e l’amore verso il prossimo.
Così recita la preghiera che ci ha lasciato in eredità il Santo Luigi Guanella:
“O Gesù, Padre e Maestro mio, l’effetto della parola e dell’esempio vostro rimanga eterno nel mio cuore. Io voglio essere paziente, voglio essere umile di cuore. Quest’è il massimo pro che mi possa toccare su questa terra. Quest’è la virtù alta che mi dispone al gaudio del paradiso. Eterno Padre: vi prego per il Cuore Incarnato di Gesù: Fate che io sia sempre mite di cuore, umile di affetto sino alla fine”. (fonte: Luigi Guanella, Nel mese del fervore. Una massima scritturale esposta in ogni dì nella vita del sacro Cuore).
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