13 Giugno, nella Basilica di S. Antonio da Padova in Via Merulana a Roma, tra centinaia di persone arriva lui, il piccolo Lorenzo…così.
Quel piccolo saio racconta un desiderio, un voto e una grazia immensa.
Fiumi di inchiostro hanno fatto conoscere nei secoli quante grazie ha ottenuto questo grandissimo santo da Dio, quanto il suo nome sia invocato e pregato in ogni angolo della terra, quanto lui sia, forse, il santo più amato nel mondo.
E oggi, a me che pensavo di conoscere tutto di lui, che l’ho invocato tutti i giorni, e per ogni necessità… è scesa una lacrima, e poi un’altra e un’altra ancora, perché in quell’immagine ho visto tutto il fiume di grazie sconosciute, silenziose che hanno cambiato la vita di tantissime persone.
Non ci pensiamo più oggi, non abbiamo bisogno di nessuno, non ci servono né Dio, né i Santi, né le grazie, né i voti. Cose antiche, cose da antenati, noi i bambini ce li facciamo da soli nei laboratori, li uccidiamo se non ci servono, quello che non abbiamo cerchiamo di ottenerlo in qualsiasi modo, quello che non ci piace lo eliminiamo, quando siamo stufi di vivere facciamo staccare le macchine.
Non sappiamo più che significa alzare gli occhi al cielo, offrire un voto, un piccolo sacrificio per una guarigione, una grazia, un figlio…non sappiamo cosa significa sentire il cuore che scoppia quando quella grazia viene concessa dal cielo, non sappiamo cosa significa una vita che cambia quando Dio si china su di noi.
Mi volto verso la madre e le chiedo…posso fargli una foto…e lei mi dice “Si”…e in un sussurro aggiunge “E’ un voto, torniamo qui ogni anno, il 13 giugno” .
“Offrite voti al vostro Dio e adempiteli” (Sal 75,12);
Gesù ne guarì 10…uno tornò a ringraziare.