Oggi era prevista la votazione del Parlamento Europeo sul procedimento riguardante il copyright che avrebbe portato ad una serie di restrizioni alla libertà di creazione di contenuti web, motivo per cui l’enciclopedia online ‘Wikipedia‘ ha deciso di protestare oscurando le pagine italiane del sito. Il perché di tale protesta, peraltro limitata solo all’Italia, è stato spiegato da Maurizio Codogno, responsabile di Wikimedia Italia, a ‘Il Sole 24 Ore’. Il primo chiarimento fornito da Codogno riguarda il perché gli altri Paesi europei non abbiano aderito all’iniziativa di protesta fatta dalla sezione italiana: il responsabile ha spiegato che tutti i gestori di Wikipedia sono concordi nel protestare contro le eventuale restrizioni alle leggi sul copyright, ma che per ragioni di tempo non si è riusciti ad arrivare ad un’azione coordinata.
Perché Wikipedia protesta contro le restrizioni sul copyright
Quello che resta da capire è il perché l’enciclopedia informatica protesti contro il provvedimento che doveva essere votato oggi e la cui votazione è stata rimandata al prossimo settembre. Proprio per non danneggiare l’enciclopedia online, il parlamento europeo aveva previsto un emendamento “Salva Wikipedia” con il quale venivano dispensate dall’impossibilità di inserire link ad altri siti o video proprio le pagine no profit come l’enciclopedia multimediale.
Secondo il responsabile di Wikimedia Italia, però, questo non potrebbe bastare ed il perché lo spiega Codogno: “È vero che siamo un progetto no profit, ma per operare abbiamo una licenza d’uso commerciale, che non è contemplata nel testo emendato. Credo ci siano buone possibilità che l’emendamento fatto per noi non riesca a tutelare nemmeno noi”. Inoltre la protesta è rivolta a proteggere anche quelle realtà più piccole che attraverso quei link e quei rimandi cerca di costruire contenuti nuovi e realtà nuove: “Noi siamo assolutamente favorevoli al copyright, ma se tutela chi crea nuovi contenuti. Questa direttiva fa l’opposto. Mina la libertà della rete a partire dalla creazione di nuovi contenuti”.
Luca Scapatello